Il Mago giramondo |
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PM - Il piccolo missionario Giovedì, 01 Febbraio 1996 00:00
Il Mago giramondo
Mago Merluzzo, domatore di leoni, Sherlock Holmes, clown, fantasma, pirata, sono
alcuni dei mille volti dietro cui si nasconde questo signore di mezza età
con un paio di buffi occhialini tondi, ma con una gran voglia di incantare e divertire
i bambini. Si fa chiamare mago Sales, ma in realtà è don Silvio
Mantelli, un prete salesiano che ha scelto di realizzare i principi di don Bosco
portando in giro per il mondo giochi di prestigio, illusioni e spettacoli di animazione.
Dopo anni di onorata "carriera" in Italia, ha messo trucchi, costumi, bacchetta e cilindro magico in due grosse valigie ed è partito a portare il suo spettacolo in giro per il mondo. Ha fatto ridere le timide ragazzine delle Ande boliviane, ha divertito i ragazzi delle favelas brasiliane, ha trascinato nel gioco i vivaci bambini dei villaggi africani in Nigeria, Kenya, Madagascar. Ultimamente ha allietato intere scolaresche delle Filippine e ha affascinato migliaia di giovani nelle missioni di Macao, Hong Kong, Indonesia, India e Vietnam. In occasione del suo ultimo viaggio nelle Filippine il mago Sales si è intrattenuto con piccoli e grandi in una trentina di spettacoli, sempre accolto con grande gioia e simpatia, ma soprattutto dal sorriso divertito dei più piccini. In particolare ricorda uno spettacolo a San Fernando, a nord di Manila, nella grande isola di Luzon. Qui il vulcano Pinatubo ha lasciato ampie tracce del suo cammino devastante, che tuttora continua trascinando a valle fango e detriti vari. Il mago Sales ha così fatto il suo spettacolo di magia al secondo piano di un ampio caseggiato, intrattenendo un pubblico per niente preoccupato dell'acqua che stagnava a piano terra, bensì ammirato dagli strabilianti giochi di prestigio. Potenza della magia che, se non annulla disagi e disgrazie, ne fa dimenticare, almeno per un attimo, il triste sapore. Questa non è che una delle tante avventure vissute dal mago Sales durante i suoi viaggi. In Perù ad esempio i campesinos lo hanno accompagnato per timore che i terroristi lo aggredissero. In Madagascar gli hanno rubato le valigie con dentro i giochi, così ha dovuto inventarsi nuovi trucchi. Ma altrove ha conosciuto la disperazione del Terzo mondo. E successo per esempio in Nigeria, dove ha visto città enormi, veri e propri serbatoi di disperazione; qui il senso dei suoi spettacoli è stato quello di invitare i giovani africani ad uscire dalle logiche alienanti di una società che genera povertà e ingiustizia. Ma soprattutto il mago Sales ha avuto grandi soddisfazioni. In un villaggio del Centrafrica, ad esempio, il re ha voluto assistere in prima fila allo spettacolo, circondato da tutte le sue mogli. E il vescovo di un'isola dell'Indonesia, prima che il mago ripartisse per l'Italia, ha voluto addirittura che gli lasciasse gran parte dei suoi giochi, per ripeterli lui stesso. Fra le tante belle esperienze vissute in questi ultimi anni, il mago Sales ricorda con nostalgia e affetto il suo incontro con un malato di lebbra in Brasile, nell'ospedale di Campogrande. Il suo nome era Lino Villachà; la lebbra gli aveva fatto perdere gli arti inferiori, le mani e la parola. Con tutto ciò non aveva perso il coraggio e la gioia di vivere; per questo volle essere sistemato in prima fila insieme ai bambini, per assistere allo spettacolo del mago Sales. Il giorno dopo scrisse una poesia dedicata al mago che concludeva così: «Il suo migliore miracolo è di far uscire dal fondo degli uomini tristi una fiamma di speranza e di fiducia. Accendere la luce sul cammino delle persone perse». |