I misteriosi trucchi di 5 maghi stupiscono e divertono Vinchio |
---|
La Stampa Mercoledì, 18 Luglio 1979 00:00
VINCHIO - «Il trucco c’è, ma non si vede» ed è occultato talmente bene che gli spettatori del «Festival Internazionale della magia», svoltosi giovedì sera a Vinchio, discuteranno ancora a lungo su come sia possibile tagliuzzare un giornale e farlo ridiventare intero, inghiottire lamette da barba o far sparire un apparecchio radio e sulle mille altre «illusioni» presentate dai cinque «maghi» intervenuti alla rassegna.
Il prestigiatore Roger specializzato in sparizioni e trasformazioni di oggetti, Mister Rekess manipolatore di carte e foulard, Sales maestro di magia comica, l'illusionista Josefh Smith con i suoi esperimenti di parapsicologia e il mago Caesar con le colombe fatate.
Luci soffuse, musica d'atmosfera, l'immancabile frac nero: sono gli ingredienti classici di «magia». Il pubblico è attento, cerca di scoprire il trucco ma rimane sconcertato, interdetto, qualcuno si convince perfino che quello che succede sul palcoscenico sia veramente frutto del soprannaturale.
Una spettatrice è invitata in scena, le viene affidato un ventaglio bianco, Josefh Smith lo mostra prima al pubblico, poi chiama alcuni ragazzini che estraggono da un sacchetto tre numeri della tombola. «I suoi poteri extrasensoriali - dice il mago alla spettatrice - faranno si che su questo ventaglio verranno impressionati i numeri estratti. Si concentri».
Musica di sottofondo, la luce si fissa sul ventaglio che la signora apre con titubanza. I numeri appaiono, e »naturalmente» sono quelli esatti. Il pubblico applaude, la signora dai poteri extra-sensoriali» torna al suo posto soddisfatta.
Caesar dopo una meticolosa preparazione esegue un «pericolosissimo numero da fachiro». Afferra un coltellaccio e se lo conficca nel braccio. La lama lo trapassa da parte a parte. Compare anche una macchia rossa, sarà sangue? Con una smorfia di dolore estrae il coltello dalla «ferita». Altri applausi, Caesar ringrazia. «E' un trucco semplice che però fa sempre effetto» ammetteva poi dietro le quinte mostrando il braccio miracolosamente «guarito».
Entra in scena il mago Sales: baffi finti, bombetta; gilet, ghette. A lui spetta il compito di smitizzare, far sorridere coinvolgendo il pubblico e soprattutto i bambini. La bacchetta magica che si piega, le forbici che non tagliano e un malcapitato giovanotto che è inserito in una rocambolesca macchina del pensiero.
«Far ridere è il più difficile dei trucchi - precisa il mago -soprattutto per me che non sono un professionista».
Il Mago Sales «al secolo» è infatti don Silvio Mantelli, sacerdote salesiano (Sales non è altro che l'abbreviazione) in un collegio a Cuneo. Sorpresi?' «Non vedo cosa ci sia di strano -risponde prontamente -in fondo Don Bosco è il santo protettore di tutti i prestigiatori».
S. M.
|