piacere d'imbrogliarvi |
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Italia Missionaria Giovedì, 01 Giugno 1995 00:00
Dopo anni di onorata "carriera" in Italia, il Mago Sales, al secolo don Silvio Mantelli, prete salesiano, ha messo trucchi, costumi, bacchetta e cilindro magici in due grosse valigie ed è partito a portare il suo spettacolo in giro per il mondo. Ha fatto ridere le timide ragazzine delle Ande boliviane, ha divertito i ragazzi delle favelas brasiliane, ha trascinato nel gioco i vivaci bambini dei villaggi africani in Nigeria, Kenya, Madagascar... Il suo segreto? L'avete sentito da lui stesso: divertirsi divertendo.
Anche noi siamo, si può dire, rimasti affascinati da questo personaggio e abbiamo deciso, perciò, di farvelo conoscere.
Chi è nato prima? Il Mago Sales o don Silvio Mantelli? Sarà difficile che riusciate a scoprirlo. Come chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina. Noi abbiamo provato a porre la questione direttamente a lui ed ecco che cosa ci ha risposto: «Ho sempre amato stare tra i giovani e mi è sempre piaciuto fare teatro, giochi di animazione, di prestigio... I primi trucchi con le carte li ho imparati da un baro. Poi, una volta entrato in seminario, ho incontrato quello che io considero il "patrono dei prestigiatori", San Giovanni Bosco, e mi sono umilmente messo alla sua scuola. In oratorio ho continuato a esercitarmi e a divertire i ragazzi con i miei scherzi... E avanti così negli anni seguenti».
Come avrete capito non è proprio facile distinguere il Mago Sales da don Silvio, se non fosse per gli abiti sgargianti e il carattere piuttosto "mutevole" dei primo. L'animo dei due personaggi è in fondo lo stesso, entrambi amano molto i giovanissimi e, con le loro diverse attività, perseguono lo stesso obiettivo: richiamare l'attenzione sull'importanza e la bellezza dei valori umani e cristiani.
In che modo? Di solito i due agiscono indipendentemente, ciascuno con i propri mezzi e le proprie abilità. Anche perché lavorano in ambiti diversi. Ma, ogni tanto, le due identità si sovrappongono ed ecco che il don chiede aiuto al mago quando, per esempio, deve spiegare il catechismo ai
suoi alunni: dalle tasche, dai cappelli, dalle pieghe dei vestiti degli ignari ragazzi escono ad una ad una monetine sonanti. E' la raffigurazione di Zaccheo, l'avaro esattore delle tasse che incontra Gesù. E, allo stesso modo, i fiori che all'improvviso e abbondanti sbocciano tra le mani dei prestigiatore rappresentano benissimo la parabola del seminatore.
Ma spesso è anche il mago che, sul palcoscenico, fa entrare in scena il prete: due anelli di duro metallo si intrecciano indissolubilmente, segno dell'amore umano e sacramentale tra due creature, capace di sfidare ogni difficoltà. Due o più fazzoletti fortemente annodati tra loro sono avvolti da un bianco involucro di seta, segno della grazia divina, e subito appaiono sciolti da ogni legame, liberi e liberanti. C'è, però, una differenza tra i due: la notorietà, che è una prerogativa speciale di Mago Sales. E' lui, infatti, che va in giro per l'Italia a rappresentare i suoi spettacoli di trasformismo e
magia, ricchi di humour e di effetti scenici. E non contento, ha cominciato a fare, negli ultimi anni, una serie di tournée all'estero, dove ha raccolto sempre grande successo. Il che non deve andare a discredito del pubblico italiano, perché: «i più piccoli - spiega - non appartengono ancora a una etnia particolare e il loro entusiasmo non ha frontiere. Se il linguaggio o il colore della pelle è diverso, non c'è diversità nel vivere la gioia o nel partecipare a un gioco. Lo spettacolo della magia è come il linguaggio della musica: è universale e accomuna tutti i giovani della terra».
A questo aggiunge, però, che i piccoli africani - a differenza di alcuni bambini italiani un po' viziati - sono quelli che hanno reagito con più entusiasmo e più calore ai suoi trucchi. E non solo. «Pensate che in un villaggio della Nigeria, il re ha voluto assistere in prima fila al mio spettacolo, circondato da tutte le sue mogli. E il vescovo, prima che io ripartissi per l'Italia, ha voluto addirittura che gli lasciassi gran parte dei miei giochi,per ripeterli lui stesso». Potere della magia?!
ISABELLA MASTROLEO
E' stato detto che l'andare a scuola piace molto ai ragazzi, come anche il tornare da scuola. E' quel che ci sta in mezzo che non piace. Eppure a Torino, nell'Oratorio salesiano M. Rua, al 37 di via Paisiello, esiste una scuola capace di suscitare un forte interesse in tutti i partecipanti. Qui non si insegna la geometria o la matematica o la storia, ma la magia e la prestidigitazione, l'arte, cioè, del trucco e dell'imbroglio. Direttore, maestro e ideatore è sempre Mago Sales. Da più di vent'anni presenta negli oratori, nelle scuole e nei centri giovanili di tutt'Italia i suoi spettacoli di magia, impersonando figure fantastiche e care al mondo dei ragazzi, come un pirata burlone, una strega cattiva, un pagliaccio magico, un cinese timido, un arabo misterioso. Maestro di un folto gruppo di artisti, ora professionisti, tra cui il trasformista Arturo Brachetti, il Mago Sales dice che la sua magia vuole essere sorpresa, ma più ancora comunicazione e messaggio. Per questo, da alcuni anni, ha iniziato a insegnare a tutti gli appassionati i suoi trucchi e i suoi magici imbrogli più belli.
«La magia può anche essere un mezzo terapeutico - assicura - può curare ansie e timidezze. L'imparare un gioco di prestigio ed eseguirlo in pubblico può migliorarci e modificare positivamente il nostro rapporto con gli altri. Se non ci credi, non ti resta che provare».
Come avrete capito, il fedele "agente teatrale" di Mago Sales è don Silvio Mantelli, che lo segue dappertutto e gli fissa appuntamenti e incontri. E' a lui, dunque, che bisogna rivolgersi se si
vuole invitare il mago ad animare una festa o a rappresentare uno spettacolo o a organizzare una serata speciale.
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