I maghi del XX secolo si sfidano a Cuneo a colpi di "bacchetta" (e ... di elettronica) |
---|
Gazzetta del Popolo Lunedì, 02 Giugno 1980 00:00
CUNEO - Mi ha fatto aprire la mano e sul palmo ha posato un batuffolo che pareva di cotone, poi si è avvicinato pericolosamente con la fiamma di un accendino. Non ho avuto il tempo di reagire o ritirare il braccio. Una vampata bianca,- senza calore e senza odore e sulla mano più niente, neppure una traccia, un segno. La pelle perfettamente asciutta e ovviamente nessun dolore.
Autore del gioco è uno degli espositori della « Fiera magica » apertasi ieri al convitto civico in occasione del raduno «magico » di primavera.
Era una delle novità attentamente seguite dai « maghi » (o aspiranti tali) giunti a Cuneo da mezza Italia per imparare, attrezzarsi, esibirsi su invito del «Circolo amici della magia di Torino».
La scelta di Cuneo non è stata casuale. Da pochi mesi esiste in città un « Circolo magico », presieduto da don Silvio Mantelli, salesiano (in arte «Sales») anch'egli bravo prestigiatore.
Ma torniamo, alla «fiera». Mazzi di carte a profusione (normali e modificati), dadi, scatole e scatolette, e una infinità di oggetti e oggettini non classificabili che formano l'armamentario indispensabile di chiunque voglia far apparire in un certo modo una cosa che è in un altro.
Per vendere sono arrivati inventori e imprenditori, e concessionari dal Veneto, dalla Lombardia e dalla Francia. Per illustrare meglio i « pezzi » una videocassetta con un « mago » che presentava l'utilizzo corretto degli stessi e gli effetti sul pubblico. Uno degli espositori, Vanni Bossin ha poi tenuto una conferenza diciamo « magica » dimostrando a gente del mestiere come con alcune monete sia possibile fare cose strabilianti.
Monete. Ne ho viste alcune giusto arrivate dall'America. A tutta prima sono normalissime, poi se l'esperto le manipola si aprono come gusci di noci si piegano a fisarmonica divenendo microscopiche. Fra le dita di un abile manipolatore possono far restare con la bocca aperta.
Chiedo al presidente del circolo torinese Victor Balli: «C'è ancora qualcosa da inventare dopo secoli che la magia esiste? ». Risponde: « Ora è il tempo della elettronica della tecnologia avanzata. Ce ne gioviamo anche noi. Ogni giorno nascono trucchi prima impensabili, con materiale nuovissimi con soluzioni arditissime »
Ma perchè si diventa maghi? « C'è chi collezìona farfalle, francobolli, stampe antiche. Noi cerchiamo altre cose. Come fare spettacolo con l'arte del nascondere del simulare. Per la maggior parte di noi è autentico hobby. Solo il 5 per mille si dà alla professione e una percentuale assai minore arriva al successo vero. Per gli altri è gioco, è divertimento. Fra di noi ci sono tutti i mestieri. Impiegati, bancari, industriali, operai, negozianti, ingegneri, architetti, medici ».
E continua: « I più bravi? I chirurghi. Non so perchè ma proprio i chirurghi ».
Nel pomeriggio nel.. piccolo teatro del convitto il « concorso magico di primavera ». Una manifestazione prestigiosa, che laurea giovani talenti e che in passato ha dato ali a personaggi ormai affermati.
Vi hanno preso parte nove giovani per lo più della provincia di Cuneo. C'era un solo milanese ed ha vinto lui. É' Eddy Brisky, bravissimo operatore con tortorelle. Il suo numero, efficacissimo, si chiama il « mimo magico ». Si muove con disinvoltura - sul' palcoscenico, sa farsi capire dal pubblico. E' mimo, non parla. E neppure potrebbe. E' sordomuto.
Franco Collidà
|