Racconta una storiella ebraica che il profeta Elia passeggiava con un rabbino ormai prossimo alla morte e che quest'ultimo gli chiedesse di dirgli quali delle persone che incontravano avrebbero preso parte al Regno dei cieli. Elia, dopo tanto andare, indicò due persone: «Ecco, quei due!» Il rabbino incuriosito chiese: «Che mestiere fate ?». Risposero: «Siamo due buffoni, il nostro mestiere è rasserenare chi è triste e far riconciliare due che hanno litigato». I buffoni sono ancora in giro, per fortuna: frati, suore, consacrati in genere e molti laici che credono nell'importanza del sorriso e di una relazione serena fra le persone per sollevare i pesi della fatica e del dolore e ripartire anche in situazioni tragiche. Un salesiano col trucco Il mago Sales, salesiano appunto, da anni fa spettacoli raccogliendo fondi per le missioni nel mondo. Ha fondato "Magiciens sans frontiers" un progetto che organizza spettacoli in Italia e nel mondo, allo scopo di raccogliere fondi per opere di solidarietà dirette a bambini poveri o ammalati e per dare allegria alle persone portatrici di handicap, malate o detenute in carcere. Fra i maghi ricordiamo Raul Cremona, il Mago Berry o Arturo Brachetti noti in TV I suoi progetti sostengono il "diritto al sorriso" dei bambini ad esempio in Cambogia riscattando i bambini costretti a lavorare o per mandare a studiare i bambini soldato in Uganda. Il mago Sales, al secolo don Silvio Mantelli, dalla sua sede di Rivoli si muove per raccon tare le situazioni di violenza e povertà del mondo e presenta i suoi trucchi in tutta Italia. Ogni anno organizza anche un raduno dei maghi, arrivano 400 / 500 artisti da tutta Italia: perciò se vi capita di vedere Colle don Bosco pieno di colori e qualcuno o qualcosa scomparire e riapparire, non spaventatevi. Si commuove ripensando al calore della folla che lo ha accolto in Somalia e a quel medico presso la comunità francescana che lo abbracciò piangendo «Grazie perché in quest'ora di spettacolo, vedendo i bimbi sorridere e la gente divertirsi, ho dimenticato gli orrori di questa nostra inutile guerra. Erano dodici anni che non ridevo così a lungo». II Frate mago Magone e la suora delle bolle di sapone Da Fiesole fra Adriano Apollonio, noto come mago Magone, sostiene ad esempio le missioni in Bolivia. Mago Magone, però, utilizza la magia anche per far pensare: «la gente è distratta; se mi mettessi a fare un discorso difficilmente mi ascolterebbero, invece con lo spettacolo riesco, ad avvicinare le persone». Così riflessioni sulla riconciliazione, il peccato e il matrimonio passano attraverso giochi con corde e anelli adeguatamente commentati. Lo spiega bene con un esempio suor Linda, francescana, prestigiatrice ed esperta soprattutto di giochi con bolle di sapone giganti (come un bambino): «mi rivolgo soprattutto a bambini, ma anche ai loro genitori. Per esempio prendo papà e mamma: ognuno tiene un capo di un filo rosso che simboleggia il loro amore. A volte capitano delle difficoltà e il filo può spezzarsi. Allora zac!, un forbicione taglia il filo. Bisogna ricostruire l'amore, quindi faccio un nodo coi capi spezzati. Poi prendo un grande pettine e lo faccio passare lungo il filo fino a che il nodo non viene al pettine che si blocca. È ora che serve tutta la forza dell'amore, perciò dico: bididibò bididibù, vince chi ama di più! E con un gioco di prestigio sciolgo il nodo, ma il filo rimane intero e continuo». Sono semplici giochi, ma di effetto: «Una sera dopo aver visto col figlio uno spettacolo due genitori ebbero una discussione. Arrivò il bambino e cominciò a ripetere bididibò bididibù vince chi ama di più ...e la discussione si placò». Secondo suor Linda si possono davvero togliere tante ansie e far capire molte cose sulle relazioni umane anche solo guardando una bolla di sapone che se afferrata con forza si )) rompe, ma se accarezzata ti meraviglia. «Missionarietà - spiega suor Linda - è portare il sorriso», lo ha sperimentato prima in Calabria ora nella zona di Firenze. Forse si tratta di tornare ad essere un po' bambini, ci ricorda il mago Sales: «Se non sarete come questi piccoli non entrerete nel Regno dei cieli, ci ha detto Gesù. Siamo chiamati a lavorare con passione per la pace e la dignità di ognuno, ma, in fondo, senza prendersi troppo sul serio». Ginevra, clown volontaria per il mondo Già perché fare spettacoli di magia e clowneria è un modo per avvicinarsi alle persone, per distendere gli animi, ma poi arriva il resto del lavoro. Ginevra Sanguigno di "Clowns One" è chiara: «Mettere la maschera del clown aiuta ad iniziare una relazione di fiducia con le persone che si desidera avvicinare e aiutare, è uno strumento per partire bene. Una volta creata questa fiducia allora si può realmente stare dalla parte di quell'80% di persone impoverite e violentate da guerre, crimini e dall'egoismo dei potenti». Ginevra, clown ed esperta di teatro, ha fondato l'associazione "Clowns One" dopo aver incontrato a un convegno Patch Adams, il medico che porta il sorriso negli ospedali e propone percorsi di cura anche attraverso la clowneria. È entrata nel suo team di lavoro e oggi il suo curriculum vitae è ricchissimo di esperienze e sperimentazioni. Con "Clowns One" ha operato in molti paesi notando che «la figura del clown non è universalmente riconosciuta. In Afghanistan dicevano che eravamo demoni. Poi quando hanno capito come batteva il nostro cuore si sono fidati di noi». Ora va spesso in Cambogia ed è presente in ospedali, orfanotrofi e ospizi con spettacoli e feste. I soldi raccolti in Italia serviranno per comprare i farmaci antiretrovirali a 20 bambini sieropositivi, oltre che per costruire servizi igienici e scuole. Quella di Ginevra, tende a sottolinearlo, «è una scelta politica: ho deciso di stare dalla parte dei deboli e il mio impegno, come quello dei pochi aderenti all'associazione, è volontario, i soldi che raccolgo vanno tutti nei progetti». L'attenzione verso i paesi del sud del mondo è un filo conduttore per molti "attivisti del sorriso".