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 La magia di un sorriso
Piemonte Mese   Sabato, 01 Settembre 2007 00:00
 
Da buon mago, vive in un mondo tutto suo. Talmente suo, che il malcapitato direttore di questo giornale ha rischiato di doverlo intervistare di corsa, come uno Staffelli qualsiasi, inseguendo il furgone che lo stava scarrozzando da un'altra parte. Se non ché l'urlo provvidenziale della segretaria in mezzo al cortile faceva inchiodare il furgone, dal quale scendeva Mago Sales che, battendosi la fronte col palmo della mano, esclamava: "L'intervista! Me ne stavo dimenticando! Venga, andiamo dentro, e mi scusi." Poi, una volta appurato che sull'agenda compariva effettivamente l'appunto: "Ivaldi giornalista intervista" seguito dal numero di cellulare, Mago Sales, finalmente convinto che il suo destino pomeridiano era ormai segnato, faceva gli onori di casa nel suo studio-abitazione rivolese in Via Bioletto, nella parte storica della città, ai piedi del Castello.Una biblioteca di quindicimila volumi, molti anche antichi, e riviste di magia e teatro ordinati da bravissimi bibliotecari dentro librerie in legno chiaro; uno studio tecnologico al passo coi tempi dell'informatica; un vastissimo archivio dei film dei suoi spettacoli in giro per il mondo; la camera dei trucchi e dei segreti; e poi costumi di scena, cappelli da collezione, pupazzi, manifesti, manichini, maschere sparsi per tutte le stanze: il regno di don Silvio Mantelli, in arte Mago Sales, è in realtà un regalo di don Ciotti. Le piace il posto? Se oggi siamo qui lo dobbiamo a don Ciotti. È lui che ci ha messo a disposizione questa che per noi è una reggia, dopo che la nostra Fondazione aveva ricevuto lo sfratto dalla vecchia sede di Via Paisiello a Torino..Scusi, ma chi può aver avuto il coraggio di buttare in una strada chi, come lei, da tanti anni si prodiga per i bambini di tutto il mondo?Beh, la nostra vecchia sede era di proprietà della casa salesiana Michele Rua', che doveva sistemare la scuola media....Ma come, proprio i Salesiani, il suo ordine religioso....Lei non ci crederà ma io sono grato anche a loro per la grande opportunità che mi hanno dato obbligandomi a riflettere sulle cose importanti della vita, tipo che non dobbiamo mai pensare di essere arrivati, anche quando si sono messe delle radici apparentemente stabili per una bella sede... Non solo, ma auguro ai salesiani del Monte Rosa, da cui abbiamo ricevuto lo sfratto, la stessa mia buona sorte e che la loro scuola media possa presto rifiorire e offrire ai giovani lo stesso buon ambiente salesiano in cui io,don Silvio ho avuto la fortuna di” incontrare” Don Bosco e farmi salesiano.Devo crederle,mago Sales?Faccia lei… Però,gran bella biblioteca la sua…E’ la terza al mondo, però quella di David Copperfield è la più fornita. Ma lui è miliardario e può permettersi di comprare intere biblioteche, mentre io mi devo accontentare di fare acquisti su Internet e di trattare sul Prezzo. La cosa curiosa è che i suoi libri, Copperkeld li tiene tutti dentro bauli perchè non ha tempo né voglia di mettersi a ordinarli. Ultimamente ha comprato tutta la collezione di un mago americano, Okito, famoso per il suo abbigliamento da orientale.Parliamo di lei. Nasce prima don Silvio o prima mago Sales? Penso che le due vocazioni siano andate di pari passo, perché la caratteristica salesiana è proprio questa, dell'allegria e del gioco e del rapportarci ad un mondo che è il mondo dei giovani. Lo stesso don Bosco piaceva molto ai giovani. Lui diceva ai preti:se le vostre prediche fossero convincenti come i ciarlatani in piazza, le chiese sarebbero più affollate.Ma se vi foste conosciuti, lei e don Bosco pensi che bella coppia di artisti avreste fatto...No, ci saremmo fatti una sana concorrenza. Lui era molto bravo perché era anche uno psicologo, aveva capacità di ipnosi, di forte personalità, che io non penso di avere. Se ha fatto quel che ha fatto, un motivo ci sarà pur stato. Lui spesso raccontava ai bambini i suoi sogni e creava una forma di comunicazione. E poi amava il teatro. Don Silvio, come sì è avvicinato alla magia?Da bambino mi piaceva seguire gli spettacoli dei burattinai e dei prestigiatori che, per tradizione, venivano ospitati in molte scuole italiane. Il mio era un mago che girava con una bicicletta e una piccola valigia con la quale faceva piccoli spettacoli. In realtà mi sono avvicinato a questo mondo spiando un amico di famiglia abilissimo nei giochi di prestigio, ma soprattutto bravissimo con le carte. Lui ed io facevamo coppia fissa e baravamo. Poi ho cominciato a fare i primi spettacoli con gli amici. Poi, negli oratorie nelle parrocchie quando presi i voti.Dica la verità: qualche problema lo ha avuto...Beh, per qualcuno sono stato accusato di aver turbato l'ordine pubblico. Lei può immaginarsi lo scompiglio quando, già prete, mi chiudevo per ore al bagno dando adito ai sospetti di lussuria carnale, mentre io avevo solo bisogno di un posto tranquillo dove provare i miei numeri. E quando mi proibivano di andare in bagno, provavo sotto le coperte del letto, altro luogo proibito. Così, fu grande la meraviglia quando, scoperchiate le lenzuola, trovarono palline colorate...Qual è la sua magia?È una magia allegra rivolta ai bambini, che vivono in un loro mondo,quello della fantasia, della creatività, dell'invenzione. Per loro la magia è reale, per loro non esiste il trucco o l'abilità. I miei spettacoli sono una farsa tra il gioco e l'abilità del prestigiatore, al quale, una volta entrato in questo mondo magico, succedono tante cose: una bottiglia che sparisce, un fiore che appare, un oggetto che cambia colore, le mani vuote che si riempiono di fiori e palline. Ma tutto questo per i bimbi non è prodotto dall'abilità del mago, ripeto, loro credono ancora in un mondo in cui queste cose magiche possono accadere. La magia è un'esperienza di vita che i bambini ricorderanno sempre, anche da adulti.Quando ha deciso di dare vita alla Fondazione che porta il suo nome? La Fondazione è nata nel 2001 per promuovere la solidarietà verso i bambini poveri delle missioni salesiane nel mondo. Siamo presenti in più di venticinque paesi del mondo. Raccogliamo fondi per costruire scuole, curare bambini malati, liberare i bambini-soldato e quelli schiavi nelle fabbriche del Terzo Mondo. Ho portato la magia in mezzo alla guerra, nei campi profughi, nei lebbrosari, tra le baraccopoli. Quanto lavora, mago Sales? Faccio 250 spettacoli l'anno, alle volte ne faccio anche 5 al giorno. In molti luoghi l'arrivo del mago è ancora un grande evento. In alcuni paesi africani vengo ancora visto come uno stregone legato alle forze occulte del male. Una volta, in un villaggio africano ho preso un orologio e ho cominciato a romperlo in mille pezzi. Stupore, urla. Sono arrivatigli stregoni con le lance e una strega ha cominciato a spruzzarmi della porcheria addosso per scacciare gli influssi malefici. Come pubblicizza i suoi spettacoli? Io mando ogni anno un giornalino informativo a tutte e ventitremila le parrocchie italiane. È come buttare l'esca, poi qualcuno abbocca e risponde. E i preti che mi rispondono invitandomi a fare gli spettacoli sono proprio quelli che mi confermano in certe mie idee, che bisogna stare realmente accanto alla gente e soprattutto ai giovani...Per esempio?Per esempio c'è un prete di Caserta che si dà molto da fare con i ragazzi del suo quartiere, alle prese con problemi di droga e delinquenza. Un altro prete che ho incontrato in Sicilia, prima di prendere i voti faceva il di. Un altro che vive vicino a Potenza colleziona maglie di tutti i calciatori, solo che le regala ai ragazzi che gliele chiedono, non riesce a dire di no. È questa per me la Chiesa, io sono gratificato dalla vicinanza con queste persone. Don Tonino Bello la chiamava `la Chiesa del grembiule':• mani sporche, ma che lavorano. Don Bosco era così: era stato messo da parte dai suoi superiori, dicevano che fosse matto perché giocava con i bambini, faceva fare brutta figura alla Chiesa, volevano addirittura rinchiuderlo in un manicomio.Fosse ora, sarebbe a rischio di pedofilia, uno così...Senz'altro. Ci vuole un attimo anche nel mio lavoro. Io smorzo sempre con una battuta: è vero, dico, mi piacciono molto i bambini, soprattutto ben cotti...Non le piacerebbe che, fra qualche anno, un giovane mago prendesse il suo posto? Infatti sto lavorando anche per questo, anche se non credo che qualcuno riuscirà a superare il migliore fra tutti i miei allievi, Arturo Brachetti. Che bambino era, il piccolo Arturo?Cominciò a frequentare la parrocchia poco prima di iniziare il seminario per diventare prete. Era un ragazzino che non giocava con gli altri bambini, preferiva starsene da solo. Un giorno vide i miei giochi di magia, per lui fu un'illuminazione, aveva trovato la sua strada, gli si era aperto un mondo. Che lui tra l'altro, dentro di sé, aveva già tutto, bastava una piccola scossa, una molla. Nessuno insegna qualcosa agli altri, perché abbiamo già tutto dentro li noi, in tutti i lavori. È la tecnica che va insegnata. Qualche tempo dopo andavamo per fiere a fare spettacoli insieme. Finché Arturo non ha riscoperto un genere che, dai tempi di Fregoli, più nessuno aveva praticato: il trasformismo. Un genere difficilissimo, perché non basta cambiarsi d'abito, ma anche saper interpretare il personaggio, immedesimarsi nella sua personalità: se ti trasformi in un cinese devi muoverti come un cinese, se interpreti un vecchio devi sembrare un vecchio. Non a caso è il più bravo trasformista al mondo... Qual è il paese che l'ha più sconvolto? Haiti, senza dubbio. Ci sono stato dopo la guerra civile, durante l'interregno di Aristide. C'era d'avere paura anche solo ad uscire di casa. Gli occhi dei bambini erano l'immagine della disperazione. Peggio Haiti che l Africa. L'altro paese che mi ha sconvolto è la Somalia, un non-stato, l'unico dove non ho il timbro sul passaporto, a comandare sono solo i signori della guerra, come nel Medioevo. Quando arrivi all'aeroporto non c'è nessuno, se non militari che hai già pagato e che ti scortano, quelli delle due fazioni in guerra. Io ero andato lì per conto di un'organizzazione austriaca che ha orfanotrofi in tutto il mondo, anche in Italia, e a Mogadiscio. Lì un medico mi ha detto: in un'ora di spettacolo che hai fatto, hai annullato dieci anni di guerra. Un gran bel complimento, no? Da quella esperienza è nata nel 2000 l'associazione Magiciens sans Frontières, che oggi conta quattrocento artisti e vede il coinvolgimento di oltre cinquemila persone tra finanziatori, amici, aiutanti, sempre impegnati a difendere il nostro diritto di base, il diritto al sorriso. Far ridere fa anche guarire, certo non fa miracoli, ma un attimo di felicità e di sorrisi non fa mai male. Che cos'è il diritto al sorriso?È un diritto innato. Noi siamo al mondo per questo. Noi non siamo nati per soffrire, anche se si dice che la terra è una valle di lacrime. È più facile far piangere la Madonna che farla ridere. Il sangue, la sofferenza, la morte: tutto questo non è gioia. La vita è questa: annuncio di gioia, di una grande gioia. Sulla morte si può e si deve anche ironizzare, perché noi dobbiamo imparare a prenderci in giro; al giorno d'oggi c'è troppa gente che si prende sul serio e si dà tutta quest'importanza. "Chi salva un bimbo aiuta un pezzo di cielo a illuminare il mondo": di chi è questa frase, che è un po' il manifesto del suo lavoro? La frase è mia. Io ho anche scritto un libro di poesie, `Apriamo le finestre ai sogni'; che è un po' la mia preghiera, un libro nato nei momenti morti, nell'attesa tra un volo e l'altro, che porta la prefazione di Dominique Lapierre, una grandissima persona. Ecco, lo scrivere è un'altra delle mie passioni. Da qualche tempo sto lavorando alla mia biografia, che spero di ultimare al più presto. Mago Sales, quali sono i suoi progetti per il futuro? Io vorrei fondare una scuola e chiamarla Università del Allegria, dove insegnare alla gente a stare bene e a sorridere, a vivere un po' del provvisorio, non importa se aiutati da una fede o no, non è importante, ma credere nella propria capacità di trasmettere anche agli altri la propria felicità interiore. Ma la prima battaglia che devi vincere è contro te stesso. Finisce qui la magia dell'intervista con un personaggio unico che è stato bellissimo conoscere. Per saperne di più su tutte le sue iniziative, visitate il sito www.sales.it

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