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 Ha fatto sorridere anche Madre Teresa
Lourdes   Venerdì, 01 Maggio 1998 00:00
 
Non ci voleva certo molto a dare della «santa» a Madre Teresa. Ma farle spuntare sulla testa addirittura un'aureola, sia pure estemporanea e... gonfiabile, non è certo cosa da tutti. Durante la sua ultima trasferta indiana ce l'ha fatta Mago Sales, con lo spettacolo offerto ad un divertitissimo centinaio di Missionarie della Carità (e alla stupefatta fondatrice) nella loro casa-madre di Calcutta. Impertinenza? No, se si conosce che Mago Sales non è altro che il nome d'arte del salesiano Don Silvio Mantelli, 52 anni e prestidigitatore da una vita, il quale da qualche tempo si è trasformato in «missionario della gioia» per i bambini del terzo mondo. Durante uno spettacolo tenuto a Calcutta, è riuscito persino a trasformare una banconota da 50 misere rupie in un più sostanzioso biglietto da 500 dollari, offerto da una scolaresca italiana per gli Orfani indiani. L'avventura missionaria di Mago Sales Così è descritta in un servizio. La telefonata lo svegliò di soprassalto, nel cuore della notte: «Ci è giunta una nuova segnalazione. Dobbiamo partire subito. Se vuoi puoi venire con noi». Don Silvio Mantelli rispose sì. Un' ora dopo, un fuoristrada correva veloce lungo le vie deserte di Karachi, puntando a nord, nord-est verso Hyderebad, nella regione pakistana del Sind. A bordo si stringevano assonnati un prete e dei volontari del Nucleo assistenza adozione e affido, un organismo che ha sede a San Carlo Canavese, in provincia di Torino. «Arrivammo a destinazione a giorno fatto», ricorda don Silvio. «Trattammo prezzo e condizioni dentro un capanno di latta, soffocato dal caldo e da una puzza insopportabile». Una famiglia di contadini, stremata dalla fame e dai debiti, non poteva sottrarsi a un iniquo ricatto. Era d'etnia Bagri, non musulmana: in un Paese islamico come il Pakistan, di un pugno di persone di serie B. La siccità aveva loro tolto il raccolto. Senza i soldi per pagare sementi e attrezzi, s'era sentita dire: vendeteci un figlio; lui finirà schiavo in un paese arabo, voi avrete estinto il debito. «Consegnammo tremila dollari al padrone del terreno, riscattando in tal modo un bambino di cinque anni», prosegue don Silvio. Era il 4 marzo di quest'anno. «Ora Kalim vive al sicuro in un istituto di Karachi gestito dalle focolarine. Per il momento è lontano dall'affetto dei genitori e dei fratelli, certo. Ma almeno è libero. Libero di crescere, di studiare e di tornare un giorno dai suoi». Rientrato in Italia, don Silvio decise di non rimanere con le mani in mano. «Insieme ad alcuni amici pago le rette di Kalim e mi sto dando da fare per aiutare i tanti altri Kalim sparsi per il mondo. Attraverso Internet ho appreso, ad esempio, che anche in Africa accadono episodi simili. I mercanti di schiavi comprano bambini e adolescenti nei sobborghi poveri di Khartum per rivenderli a facoltosi signori del Sudan o dei Paesi del Golfo; oppure per cederli alle fazioni sudanesi in lotta tra di loro che, dicono, li usano perfino per "ripulire" i campi minati. Voglio riscattare il maggior numero possibile di questi piccoli schiavi». Una magia in più, la più impegnativa, la più commovente per il mago Sales. Già, perché don Silvio Mantelli ha un nome d'arte e svolge un'attività originale per un sacerdote. E un prestigiatore, uno dei 10-15 illusionisti professionisti che ci sono in Italia. E insomma un Silvan, un Alexander, un Binarelli in clergyman. Don Silvio Mantelli è il mago Sales, appunto: un solerte e geniale missionario del sorriso. Da anni don Silvio, ogni fine settimana, o quasi, accantona i panni del professore di Lettere, di una scuola media salesiana e indossa uno dei tanti vestiti di scena - ne ha un centinaio - che custodisce in una cantina zeppa di volumi sulla magia, videocassette, maschere e attrezzi vari, computer. Fa più di duecento spettacoli l'anno puntando soprattutto su due pezzi forti: il «teatro magico» e il «Giro del mondo in ottanta minuti». I suoi personaggi più «gettonati»: il Mago Merluzzo e il domatore di leoni; il Clown Sbrendola e il fattucchiere arabo Dali-a-la. «Ma rimango sempre un prete. La magia è realtà fantastica, è amabile imbroglio: lo so fin dall'inizio. per me la magia è un mezzo. lo voglio divertire il prossimo, non turlupinarlo. Preparo gli spettacoli con finalità pedagogiche. Anche attraverso i miei trucchi posso comunicare valori umani come l'allegria, la semplicità, il gusto di stare insieme. Svolgo un'attività, come potrei dire, di pre-catechismo, anche se talvolta tra musiche, colori, risate e battimani arriviamo a parlar di Dio. D'altronde il Dio in cui credo e che cerco di testimoniare è il Dio della gioia, il Dio che sanando il cuore dell'uomo lacerato dal peccato dona la vera pace, la vera serenità. Rallegratevi nel Signore, esortava San Paolo. Noi facciamo consistere la santità nello stare allegri, affermava don Bosco, buon clown e prestigiatore, oltre che grande santo». Don Silvio calca con particolare gusto le scene più fuori mano, in provincia o all' estero «Di solito scelgo le parrocchie e le scuole, soprattutto materne. Nel 1993 mi sono però esibito in un lebbrosario, a Sao Juliao, in Brasile. Nel maggio 1996, a Calcutta, in India, ho fatto sorridere madre Teresa. Prima, avevo fatto tappa anche in un monastero buddhista a Phnom Penh, in Cambogia» . Tutti i soldi che raccoglie don Silvio li devolve alle missioni, in particolare alla cura dei bambini più bisognosi. Questa sensibilità s'è ulteriormente affermata con il viaggio in Pakistan del marzo scorso. Ora opera l' «Associazione Mago Sales» che ha sede in Torino in via Paisiello 14. Il prossimo obiettivo: raccogliere 70 mila dollari - circa cento milioni di lire - da destinare a progetti di sviluppo per bambini poveri. Alberto

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