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 E dal cilindro spunta il «Giubileo dei maghi»
Avvenire   Mercoledì, 24 Maggio 2000 00:00
 
Un centinaio di prestigiatori si sono riuniti per beneficenza nella casa natale del patrono don Bosco COLLE DON BOSCO (ASTI). L'indulgenza non s'acchiappa con un gioco di prestigio. Né si può far sparire la coscienza in un abracadabra, o intrufolarsi per la porta di San Pietro grazie a un contorsionismo alla Houdini. E allora venghino, ladies and gentlemen, al Giubileo del sim sala bim: non c'è trucco, non c'è inganno. Anzi, bisognerebbe dire meglio: sim Sales bim. Ché proprio così suona la parola magica preferita dal padrone di casa: manco a dirlo un salesiano, don Silvio Mantelli in arte Mago Sales, il quale domenica scorsa ha invitato tutti i colleghi illusionisti d'Italia a un originalissimo «Anno santo dei maghi» (intesi dal punto di vista della prestidigitazione, eh: niente a che vedere con quelli tenebrosi e arraffoni dei tarocchi e/o delle sfere di cristallo...). E dove potevano mai pellegrinare un centinaio di prestigiatori almeno, tra professionisti e dilettanti, per lucrare in frac scintillante paillettes e immancabile cilindro i frutti spirituali del Duemila? Ma nella casa natale del loro patrono san Giovanni Bosco: la prova in talare ed aureola che saper fare miracoli non esclude più modeste capacità di stupire estraendo il classico coniglio dal cappello. Esattamente in questo cortile, del resto, nel 1825 il decenne Giovannino si esibiva nei suoi famosi spettacoli funambolici (a ricordarlo i salesiani hanno drizzato il monumento col fondatore che sta in equilibrio sulla fune). E Mago Sales, da bravo figlio spirituale oltreché «d'arte», per la quarta volta allestisce qui il suo annuale convegno dei prestigiatori italiani, intitolato ((Don Bosco saltimbanco)) e avente per il Duemila chiara intonazione giubilare; la vicina ed enorme basilica, del resto, è uno dei santuari in cui è possibile ottenere l'indulgenza. Ma chi è don Mantelli? Un prete piemontese di 55 anni e due lauree, che da un po' ha messo in pensione la sua attività di professore per dedicarsi a tempo pieno alla magia, imparata fin da ragazzo « barando» sui tavoli delle osterie; e oggi ha fondato un'associazione benefica che finanzia numerose iniziative di sviluppo nel terzo mondo proprio grazie a spettacoli di magia infaticabilmente organizzati in scuole e teatri e oratori di tutta la Penisola. Funziona così: Mago Sales -che nella sua sede torinese ha costituito uno dei centri magici più attrezzati d'Europa con tanto di teatrino, museo ed emporio di vendita; il contatto è 011/2481101- gira lo Stivale col suo furgone di diavolerie illusionistiche (250 esibizioni l'anno, ha appuntamenti fino al prossimo gennaio), poi ogni tot prende l'aereo e va personalmente a distribuire il raccolto nel Sud del pianeta. Tibet, Angola,Bolivia, Kenya, Madagascar, Nigeria, Nuova Guinea... Il cilindro del salesiano ha materializzato banconote anche al cospetto di MadreTeresa e certo deve avere innumerevoli dop p fondi se -solo stendendolo al buon cuore del pubblico - Mago Sales ha potuto finanziare tante realizzazioni, soprattutto per bambini, in 15 nazioni; anche Raul Cremona, alias Mago Oronzo, ha adottato a distanza uno dei 500 bambini del l'associazione torinese. Stavolta invece il ricavato del «Giubileo dei maghi» andrà a don Serafino Chiesa, un missionario che sta costruendo addirittura una centrale elettrica per cento poverissimi villaggi sulle Ande boliviane. All'appuntamento astigiano mancavano-è vero- le star della bacchetta forse più note per le loro compensate tv, come il raffinato Silvan (che però ha appena partecipato al «Gala internazionale della magia» organizzato da don Mantelli a Torino) o il divertente Mago Forrest (il quale tuttavia frequenta con piacere la Fiera Magica del salesiano); ma erano presenti professionisti di primaria levatura, come il milanese Mago Fax (32 anni di abracadabra, molte richieste anche dall'estero), il miglior esperto italiano di balloon art Mago Smith, l'emergente e già noto Walter Rolfo, MagoAmos venuto appositamente da Sorrento, o il blasonato Magico Andersen, o il Mago Mimosa che si esibisce sui trampoli... Per finire con Tayade, titolare della più antica casa magica dell'Asia, giunto per la prima volta in Europa da Bombay per vendere i suoi trucchi wizard only: solo agli altri prestigiatori. Insomma, lo spettacolo a Colle Don Bosco c'era (anzi, più d'uno: ogni illusionista infatti poteva sistemare il tavolino sul sagrato della chiesa ed esibirsi liberamente); ma c'era pure il giubileo. Mago Sales ha scoperto le sue carte posando letteralmente il cilindro sull'altare e indossando per dir Messa una stola azzurra punteggiata di stelline come il mantello di Merlino: ((Qui non facciamo trucchi e nemmeno imbrogli», ha sorriso poi dal pulpito della bomboniera in legno che è diventata il Tempio di don Bosco dopo recenti restauri. Difatti, mentre lui ricordava i colleghi defunti «che ci hanno preceduto nel segno della fede e degli applausi)) (come il recentemente scomparso Maso Orione, un'illusionista che si ispirava al santo tortonese della carità), un altro professionista ha letto un brano delle Memorie di don Bosco in cui il futuro santo ricordava i giochi imbastiti da bambino per intrattenere il pubblico tra una lezione di catechismo e qualche decina del rosario: ((Mangiavo monete e andavo a ripescarle sulla punta del naso degli spettatori. Mol tiplicavo le pallottole colorate, le uova, cambiavo l'acqua in vino, uccidevo e facevo a pezzi un galletto per farlo subito dopo risuscitare e cantare con allegria».Bravo, no? Ma domenica Mago Victor - già presidente del circolo degli illusionisti di Torino-ha voluto addirittura far di meglio, esibendosi nel sorprendente (e un po'surreale) ritrovamento di un santino con reliquia di don Bosco, precedentemente nascosto nei paraggi: esperimento riuscito. Il massimo, tuttavia, era già capitato a Mago Dolfi, architetto torinese di 72 anni, 45 dei quali trascorsi per diletto con la bacchetta magica in mano: racconta che nel 1988, durante la visita di Giovanni Paolo II proprio al Colle, fu incaricato di intrattenere l'ospite con uno spettacolino subito dopo pranzo. ((Avevo pensato di riproporre i giochi di prestigio che faceva don Bosco e mi ero preparato bene. Soltanto che, presi due bocconi, il Pontefice s'alzò dal desco scusandosi ed andò via, lasciandomi con un buffetto di consolazione sulla guancia...)). Mago Dolfy: l'unico che sia riuscito a far sparire il Papa. (Roberto Beretta)

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