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 Il Missionario della gioia
Il Tirreno   Venerdì, 24 Luglio 1998 00:00
 
Il Missionario della gioia LIDO - Un prete con il vizio della magia. E con al suo attivo un carnet invidiabile di serate: centinaia all'anno, con già tre passaggi televisivi al Maurizio Costanzo show. Torinese, salesiano, 54 anni, da venti sui palcoscenici italiani e esteri per allietare, soprattutto i bambini, con i suoi giochi di prestigio, Don Silvio Mantelli, in arte il mago Sales (dall'ordine a cui appartiene, i Salesiani) stasera si esibirà sul palco centrale di Lidofestival. Prete e mago: quasi un'eresia? «No, per carità: la magia - mette subito le mani avanti don Mantelli - è un hobby, una passione che è nata prima della vocazione sacerdotale. Prima di essere prete sono stato mago. Ho cominciato da piccolo, in famiglia, divertendomi con le carte, poi ho imparato altri giochi ed effetti speciali. Da piccolo i giochi mi facevano sentire grande - aggiunge il mago Sales - ora che sono grande e continuo a giocare con la magia e questo mi fa sentire un bambino». Ed è proprio ai bambini, in particolare a quelli meno fortunati che don Mantelli si rivolge con i suoi incantesimi, i suoi trasformismi, le sue invenzioni sceniche. Lo farà anche stasera a Lidofestival, così come accade nella sua comunità a Torino, dove peraltro ha fondato una scuola di teatro illusionista e un'associazione che porta il suo nome, che ha il compito di raccogliere fondi per aiutare chi ha bisogno. «Proprio domani mattina all'alba - annuncia il Mago Sales - partirò per il Centroamerica: dal Guatemala a Cuba, dall'Honduras a Santo Domingo ad Haiti. Sarà una sorta di tour di missione in missione, organizzata dai miei confratelli salesiani che vivono e lavorano laggiù: a loro, oltre che un sorriso, porterò anche dei soldi raccolti, in altri spettacoli in Italia, compreso quello di stasera, che serviranno per attivare borse di studio per ragazzi del Salvador». L'Associazione è nata un anno fa «ma - tiene a precisare il sacerdote - queste iniziative le faccio da una vita: quattro anni fa in Brasile un bambino, Paolino, mi chiese di aiutarlo a guarire dal suo male. Con altri maghi abbiamo iniziato a far spettacoli, a raccogliere soldi e Paolino che oggi ha 12 anni è guarito». Dal Brasile al Pakistan, dove con il ricavato degli show, don Mantelli è riuscito a riscattare il figlio di una famiglia che lo aveva venduto per pagare debiti e acquistare semi per il raccolto dell'anno dopo. Dal Pakistan a Calcutta, dove si è esibito negli ospedali di madre Teresa: «Sembrava così difficile arrivarci, invece è stato semplicissimo, lei ci disse "Lavorate nei miei ospedali" e per una settimana non abbiamo fatto altro». Laddove non è possibile raccogliere fondi, è fondamentale distribuire sorrisi: «La magia ha un valore terapeutico: aiuta a compiere un gesto di solidarietà, permette di aiutare i bambini. In Nepal siamo riusciti, insieme ad un gruppo di americani, ad acquistare medicine necessarie per far sgonfiare i loro pancioni pieni di vermi e a farli vaccinare. Invitare le popolazioni ai nostri spettacoli è anche offrire un'occasione per dare consigli alimentari e sanitari». In Nepal don Mantelli, che è stato il maestro di Arturo Brachetti, quando il trasformista era in seminario a Torino e cullava l'idea di vestire la tonaca, tornerà a novembre, proprio per portare i trenta milioni raccolti all'indomani delle sue partecipazioni al Costanzo show. Il Natale lo trascorrerà in Perù, poi partirà alla volta dell'Africa. «Ho sempre le valige in mano. Tante: se ci sono i bambini però le apro più volentieri». Giochi di prestigio benefit. Non solo prediche.

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