Tutti i maghi del brivido |
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La Stampa Mercoledì, 22 Maggio 1991 00:00
IL Centro Horus, specialista in ricerche parapsicologiche, non ha mai avuto dubbi: dopo Torino, è Vercelli la città più magica del Piemonte. Chi non ricorda le profanazioni del piccolo cimitero della frazione di Larizzate? Le messe nere (ma forse erano solo un gioco proibito di ragazzini) al chiaro di luna? Magia nera, o almeno un innocuo succedaneo. Ma da oggi Vercelli diventa la piccola capitale della magia bianca: stasera si esibisce il «mago Sales» e il 31 maggio «mister Smith», l'illusionista del Casinò di Montecarlo, guiderà bendato per le vie della città.
Il «mago Sales» non è altri che don Silvio Mantelli, un sacerdote salesiano che prenota un sicuro successo, giocando in casa (ore 21) nel teatro del Belvedere. Si può scommettere sul lindore della sua magia, in cui le parabole evangeliche faranno da supporto ai trucchi.
Ma al povero Mister Smith occorrerà davvero un pizzico di magia nera per superare tutti i trabocchetti di cui è costellato il centro storico. Auspice l'associazione dei rivenditori di auto vercellesi, l'illusionista di Montecarlo dovrà percorrere, bendato, mezza città per raggiungere la terrazza dell'Expo Drive, in piazzale Montefibre.
La speranza è che qualcuno abbia spiegato al mago la diffierenza fra il circuito monegasco, teatro delle imprese di Senna e Prost, e quello vercellese, in cui anche una «126» fatica a districarsi fra sensi unici e cantieri debordanti.
Se davvero Mister Smith riuscirà ad arrivare alla meta, i vercellesi lo candideranno a futuro sindaco o, almeno, a comandante dei vigili urbani. E chissà che, con un colpo di bacchetta, egli non riesca a fare risorgere le 22 mila violette spazzate via dalla motosega e dalla burocrazia.
Qualcuno poi potrebbe portarlo al «Robbiano» per riaccendere gli estri della Pro, sulla falsariga di quanto riusciva a fare un altro mago, H. H.
Purtroppo, dopo la performance, Mister Smith tornerà a Montercalo. E noi ci accontenremo di Bodo e Filiberti, sperando che non guidino ad occhi chiusi.
Enrico De Maria
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