Lapierre, la gioia di vivere per i poveri |
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Giornale di Brescia Domenica, 10 Aprile 2005 00:00
«Quando mi presenterò davanti a Dio, potrò dire di aver salvato Achu». E emozionato Dominique Lapierre, giornalista e scrittore ma, soprattutto, uomo di grandissima generosità.
Ha gli occhi luminosi di chi è rimasto ragazzo, malgrado l'anagrafe, e l'entusiasmo di un adolescente al suo primo viaggio, mentre parla dell'incontro, avvenuto solo qualche giorno fa a Calcutta, con Achu.
«Si è avvicinato a me, chiamandomi
te ai bambini di Calcutta», ha detto Lapierre. Che ha parlato della sua «straordinaria esistenza umanitaria insieme ai poveri, ai diseredati, ai bambini lebbrosi e abbandonati, ringraziando la nostra città e il nostro Paese per la generosità, l'accoglienza e la straordinaria apertura di cuore incontrate».
«Tutti noi possiamo fare qualcosa per loro - ha sottolineato -. Certo, non potremo eliminare la povertà in 24 ore, ma possiamo avere tante piccole vittorie, e quella di Achu per me è stata una vittoria grandissima».
Una delle tante, osiamo dire, se si pensa che da anni quattro battelliospedale navigano di continuo sul Delta del Gange, finanziate da Lapierre con i proventi delle sue attività editoriali.
I battelli sono al servizio di oltre un milione di persone, che vivono in 54 isole al confine con il Bangladesh. Zone di confine, dove la foresta è fitta, gli animali feroci sono impietosi. Zone che, se dovessero scomparire dalla faccia della terra, nessuno forse si accorgerebbe di loro perché non sono segnate neppure sulla carta geografica. Ad accorgersene, ora, ci sono tuttavia i battelli-ospedale voluti da Lapierre con a bordo due medici e cinque infermieri indiani, oltre all'equipaggio. Ogni giorno garantiscono assistenza sanitaria, forniscono cibo, si interessano della scolarizzazione. Una goccia nell'Oceano, verrebbe da pensare. Ma anche una goccia, se non viene spen
ta, è capace di grandi cose.
Mentre parla, Lapierre è in grado di trasmettere un grande entusiasmo, a coinvolgere nelle sue iniziative, dando l'impressione di viverle da vicino. Ed è con gioia che annuncia che il 27 aprile inaugurerà una clinica ginecologica a Bophal, la capitale dello Stato indiano nel Madhya Pradesh che nel dicembre 1984 venne investita da una nube tossica fuoriuscita dagli stabilimenti chimici della multinazionale statunitense Union Carbide.
Da un impianto per la produzione di insetticidi si liberarono nell'atmosfera circa 30 tonnellate di isocianato di metile, un gas altamente tossico, che si è propagato per un'area di oltre 60 chilometri quadrati.
Secondo le statistiche ufficiali, nell'incidente morirono circa 3000 persone, mentre oltre 200.000 vennero contaminate, riportando gravi danni di salute, Ancora, centinaia di persone persero irrimediabilmente la vista.
«Nella clinica verranno ricoverate le donne più povere di Bophal, e sono tra coloro che, ad oltre vent'anni dalla catastrofe, non è stato dato alcun risarcimento, se non qualche scatola di aspirina.... Un vero e proprio scandalo».
Chi volesse aiutare i poveri e i diseredati di Calcutta, attraverso le opere di Dominique Lapierre, può fari riferimento all'Associazione per i bambini lebbrosi di Calcutta di Firenze (tel. 055 289737).
fratello, grande fratello. In mano aveva un pezzo di carta bianca: guarda questo, mi ha detto. Era il suo diploma di ingegnere meccanico», racconta Lapierre.
Lo scrittore francese aveva conosciuto Achu a Calcutta, nel rifugio «Resurrezione» dove da venticinque anni, insieme alla moglie e alla generosità del mondo intero, dà accoglienza ai bambini lebbrosi delle bidonville della grande metropoli indiana. Il rifugio è stato fondato da Lapierre e da sua moglie nel 1982, grazie al sostegno di madre Teresa di Calcutta.
Tra quei piccoli, dodici anni fa c'era anche Achu: proveniva da una colonia di lebbrosi, tra questi sua madre e tutti i suoi fratelli. Si pensava che anche per lui non ci sarebbe stata speranza, invece le cure sono servite: il giovane sta bene ed è riuscito ad ottenere un preziosissmo titolo di studio. Sì, perché in India per una persona che ha un lavoro, almeno venti altre sono salve. Dunque, chi rimane della famiglia di Achu avrà ora più speranze di vivere dignitosamente.
Dominique Lapierre era a Brescia, ieri sera, per ricevere il premio «Gianni Ghidini Bosco» nell'ambito di un'iniziativa promossa dalla Fondazione «Mago Sales onlus» e patrocinata dal Comune. Il premio è intitolato all'imprenditore lumezzanese prematuramente scomparso, testimone dei valori della solidarietà praticata.
«Un premio che andrà direttamente ai bambini di Calcutta», ha detto Lapierre. Che ha parlato della sua «straordinaria esistenza umanitaria insieme ai poveri, ai diseredati, ai bambini lebbrosi e abbandonati, ringraziando la nostra città e il nostro Paese per la generosità, l'accoglienza e la straordinaria apertura di cuore incontrate».
«Tutti noi possiamo fare qualcosa per loro - ha sottolineato -. Certo, non potremo eliminare la povertà in 24 ore, ma possiamo avere tante piccole vittorie, e quella di Achu per me è stata una vittoria grandissima».
Una delle tante, osiamo dire, se si pensa che da anni quattro battelliospedale navigano di continuo sul Delta del Gange, finanziate da Lapierre con i proventi delle sue attività editoriali.
I battelli sono al servizio di oltre un milione di persone, che vivono in 54 isole al confine con il Bangladesh. Zone di confine, dove la foresta è fitta, gli animali feroci sono impietosi. Zone che, se dovessero scomparire dalla faccia della terra, nessuno forse si accorgerebbe di loro perché non sono segnate neppure sulla carta geografica. Ad accorgersene, ora, ci sono tuttavia i battelli-ospedale voluti da Lapierre con a bordo due medici e cinque infermieri indiani, oltre all'equipaggio. Ogni giorno garantiscono assistenza sanitaria, forniscono cibo, si interessano della scolarizzazione. Una goccia nell'Oceano, verrebbe da pensare. Ma anche una goccia, se non viene spen
ta, è capace di grandi cose.
Mentre parla, Lapierre è in grado di trasmettere un grande entusiasmo, a coinvolgere nelle sue iniziative, dando l'impressione di viverle da vicino. Ed è con gioia che annuncia che il 27 aprile inaugurerà una clinica ginecologica a Bophal, la capitale dello Stato indiano nel Madhya Pradesh che nel dicembre 1984 venne investita da una nube tossica fuoriuscita dagli stabilimenti chimici della multinazionale statunitense Union Carbide.
Da un impianto per la produzione di insetticidi si liberarono nell'atmosfera circa 30 tonnellate di isocianato di metile, un gas altamente tossico, che si è propagato per un'area di oltre 60 chilometri quadrati.
Secondo le statistiche ufficiali, nell'incidente morirono circa 3000 persone, mentre oltre 200.000 vennero contaminate, riportando gravi danni di salute, Ancora, centinaia di persone persero irrimediabilmente la vista.
«Nella clinica verranno ricoverate le donne più povere di Bophal, e sono tra coloro che, ad oltre vent'anni dalla catastrofe, non è stato dato alcun risarcimento, se non qualche scatola di aspirina.... Un vero e proprio scandalo».
Chi volesse aiutare i poveri e i diseredati di Calcutta, attraverso le opere di Dominique Lapierre, può fari riferimento all'Associazione per i bambini lebbrosi di Calcutta di Firenze (tel. 055 289737).
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