La camorra cede le armi |
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Agorà Mercoledì, 30 Novembre 2005 00:00
Ci vorrebbe una bacchetta magica per far sparire tutte le armi del mondo. Ci vorrebbe enorme magia per cancellare le guerre, il terrorismo, la mafia... Troppo facile, eh? Eppure qualcuno è così ingenuo - così evangelicamente "bambino" - da crederci e proporre, proprio nel quartiere napoletano diventato simbolo della camorra, di consegnare le armi in cambio di... una bacchetta magica! Già, Mago Sales ha tratto dal cilindro uri atra delle sue sorprese: l'8 dicembre il sacerdote-prestigiatore torinese raccoglierà dai bambini di Scampìa tutte le armi giocattolo, consegnando loro in cambio una «bacchetta della pace». E ci saranno anche le autorità locali,l'assessore all'educazione Raffaele Porta, don Tonino Palmese, responsabile per Napoli di Libera(associazione del Gruppo Abele contro le mafie) e don Luigi Ciotti alla parrocchia della Resurrezione di Scampìa, dove alle 10 durante la messa avverrà la simbolica deposizione delle armi della camorra per scambiarle con l'emblema della fantasia e del sorriso che vince su ogni paura. Poi naturalmente don Silvio Mantelli alias Mago Sales - il salesiano è stato maestro di trucchi del più famoso trasformista del mondo, Arturo Brachetti, e ha fondato l'associazione di solidarietà internazionale Magiciens sans frontières-si esibirà in uno spettacolo di magia per i bambini presenti: come del resto fa in ogni parte d'Italia e anche in molti luoghi del Terzo Mondo, da quando (dopo un'onorata carriera da professore) ha scelto di dedicarsi a tempo pieno all'inedia vocazione di prete-mago per raccogliere fondi da destinare a progetti missionari. Tra cui c'è la «liberazione» dei bambini-soldato in vari Paesi dell'Africa e dell'Asia (con 200 euro l'anno si
possono togliere questi ragazzi dai campi profughi e immetterli in una scuola), iniziativa per la quale Mago Sales ha iniziato a Natale del 2001 il suo originale «scambio alla pari tra armi giocattolo e bacchette magiche. E se la prima volta furori 300 i bambini a sfidare il gelo di Torino, l'anno scorso il loro numero era già salito a 28 mila, in parrocchie, scuole e piazze della Penisola; mentre quest'anno don Mantelli prevede almeno 30 mila adesioni, da 4 o 500 località e altrettante scuole in tutt'Italia (possono aderire anche i singoli: ciccando sul sito www.sales.it e firmando un messaggio sul «Quaderno della pace», riceveranno a casa la bacchetta magica). Stavolta, però, il sacerdote non si è limitato a un progetto senz'altro ammirevole, ma le cui responsabilità si collocano tutto sommato «lontano»; ha voluto incidere su una violenza assai più scomoda perché vicina: quella della mafia. «Sarà una risposta dei bambini alla camorra e alla violenza-dice Mago Sales, che di Napoli ha un bel ricordo anche perché " nel 1969 vi frequentò la scuola di teologia ("Anche se alla stazione, a me prestigiatore, hanno subito fatto sparire la valigia…”)Se i bimbi si muovono, forse anche i grandi faranno qualcosa».
La proposta verrà poi estesa alle scuole elementari e medie di Napoli, che il 20 dicembre si riuniranno al Palazzetto dello sport di Scampìa per la consegna delle armi. Dopodiché il salesiano sarà impegnato nella carovana «Libera la pace», che toccherà tutte le sedi di «Libera» e arriverà a Torino il 21 marzo, giornata della memoria per le vittime di mafia. «La strage degli innocenti è avvenuta subito dopo Natale, e purtroppo continua», giustifica don Mantelli. Don Ciotti prosegue l'analogia betlemita: «I tre Magi, che erano appunto dei maghi, portarono un dono a Gesù Bambino. Oggi sono invece i bambini a regalare a un mago un gioco che rappresenta violenza e morte per ritrovare voglia di vita, di futuro, di speranza. A Scampìa le armi hanno un valore simbolico notevole e consegnarle genera "il potere dei segni contro i segni del potere", come avrebbe detto don Tonino Bello». Con tutti i mitra, i fuciletti e le pistole raccolti e incollati insieme si costruirà poi una sorta di «monumento» che verrà circondato da disegni e frasi di pace e collocato dai singoli comitati promotori accanto al presepio. «Sarebbe stato bello
anche bruciarli in piazza in un grande falò - ride Mago Sales -, però la plastica produrrebbe fumi troppo inquinanti(anni fa, in Sicilia, vollero dar fuoco alle armi sotto le finestre del carcere locale, a mò di simbolo e monito,
ma si dovettero sgomberare le celle...)». Per don Ciotti va bene anche così: «Quel totem costruito con le armi giocattolo resta segno che cambiare è possibile. Nella vita di tutti noi c'è bisogno di una grande magia: a Scampìa ci sono anche tante realtà positive, persone e famiglie di speranza; la magia è appunto trasformare aggressività e violenza in voglia di bene, in impegno per la giustizia».
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