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 Con don Brossa inventammo il karaoke ecclesiastico
La Stampa   Venerdì, 24 Febbraio 1995 00:00
 
Con don Brossa inventammo il karaoke ecclesiastico BEPPE Rosso, che oggi abita a Villarbasse, ha fatto le medie dai Salesiani di via Luserna, in borgo San Paolo. La foto che appare in pagina è della terza A, anno 1960. Quanti ricordi ormai assopiti sono emersi violentemente in occasione della festa che mia moglie mi preparò per i miei primi cinquant'anni. Quante palpitazioni per quel benedetto latino. Con alcuni compagni di allora presenti nella «triste» ricorrenza, Elia, Montrucchio, Sergio e Beppe Valenzano e Valinotti, parlammo a lungo di quei tempi lontani, così diversi da oggi. Vi ricordate cosa disse don Brossa quando ruppe il righello sulla schiena di uno di noi? «Mah, tanto era già un po' rotto». E don Bosio che sul suo motorino all'uscita del dopo scuola pattugliava le vie intorno alla scuola per controllare che qualche allievo non fumasse, in particolare quelle percorse dal gruppo in cui c'era Beppe, detto 'l tabachin. Fummo anche dei precursori: con don Brossa inventammo il Karaoke ecclesiastico. Visti fallire tutti i suoi tentativi di trasformare me e Montrucchio in cantori ci disse: «Voi aprite solo la bocca, muovete le labbra, fate solo finta di cantare». Il momento più atteso era comunque l'intervallo che ci permetteva di scatenarci sul campo di calcio della scuola; decine di ragazzi urlanti che in vari gruppi si misuravano in un eterno torneo. Chi l'avrebbe detto che quel mingherlino di Gianni Colombo sarebbe diventato il portiere del Torino! Pensate che ancora oggi è uno dei migliori portieri over 40, anche se lui preferisce fare la punta a fianco di Bettega. Chissà se Boasso, terzino dell'Auxilium, martella ancora gli attaccanti con quella determinazione che la distingueva... In quell'occasione, quella del pranzo per i miei cinquant'anni voglio dire, si era unito anche Colombo, ma il desiderio sarebbe di trovarci, un'altra volta, tutti quanti. Gentile è d'accordo, ed è in contatto con Musso, e se non siete tanto ben conservati allora tanto meglio! Non tutti hanno la sfiga di Valinotti, che per sembrare maggiorenne ha dovuto farsi crescere la barba. C'è Beppe Rosso che non ha l'età che dimostra (dicono gli amici), perché non si può vivere così a lungo». «Abitavamo tutti nel borgo - aggiunge Sergio Valenzano, classe 1944 -, i genitori di Beppe avevano una tabaccheria in via Monginevro, i miei gestivano invece il bar Vittoria di via Frejus angolo via Pragelato, che si chiama così da 60 anni e c'è ancora. Il primo della classe era senz'altro De Giorgis, diventato pediatra, seguito da Musso, che credo faccia l'avvocato, e da Gentile. Poi è da ricordare Monaco, il più alto di tutti che difendeva i più piccoli e poi Ternano, Fichino il più disbela, Marengo, Forghieri, e Valsania che ha un negozio di vimini a Chiusa San Michele. E come dimenticare don Provera, che dirigeva l'oratorio conosciutissimo in tutto il quartiere, già dal tempo di guerra, per la sua personalità e le sue famose prediche che riempivano la chiesa di Gesù Adolescente. Per coordinare il tutto (la data della cena la decideremo poi), si sono dichiarati disponibili Sergio e Beppe Valenzano (negozio di cine e foto), piazza Montanari 160, telefono 011/321.757, fax 365.298. Oppure Rosso, 011/619.28.28.

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