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SIM "SALES" BIM!

Domenica 18 aprile 2010

 

Sim "Sales" Bim!

A colloquio con don Silvio Mantelli, un sacerdote che gira il mondo regalando magie a tutti i bambini

 

Si definisce prete per vocazione e "mago" per passione. Silvio Mantelli, in arte Mago Sales, è un sacerdote salesiano che da anni intrattiene centinaia di migliaia di bambini con i suoi spet­tacoli a base di giochi di prestigio.
Dirige una rivista di magia "Sim Sales Bim", ha una Fondazione che opera con progetti uma­nitari in tutto il mondo; ha fondato un'organiz­zazione internazionale di volontariato, "Magi­ciens sans frontières", a cui aderiscono circa quattrocento artisti tra giocolieri, prestigiato­ri, fantasisti, tra cui Raul Cremona, Mister Fo­rest, il mago Berry.
Un'altra sua iniziativa è "Disarmo dei bambi­ni": a chi consegna un'arma giocattolo dà in cambio... una bacchetta. E sta per inaugurare a Cherasco (Torino) un museo e una scuola di magia, lo Smilab, con un direttore artistico d'ec­cezione, il grande trasformista Arturo Brachet­ti (nell'altra pagina, foto in alto): quando giova­nissimo frequentava il seminario di Chieri il Mago Sales è stato il suo primo maestro.

Che cosa fa un prete mago?
Dico Messa, come tutti i sacerdoti. Ma alla fi­ne di una predica, per esempio, prendo un libro speciale, con le pagine a colori, come la vita e i pensieri di un bambino. Poi questo libro, man mano che lo sfoglio, diventa grigio e infine le pa­gine si fanno bianche. Ecco che riprendendo il messaggio di Gesù dico che se non torniamo co­me bambini non entreremo mai nel Regno dei cieli. E zac, con un colpo di teatro le pagine ridi­ventano colorate.


Un po' come don Giovanni Bosco...
Anche il santo che ha dato vita al mio ordine religioso si dilettava con trucchi e magie. Ma so­prattutto diceva che bisogna fare le cose non per i bambini ma con i bambini. Io ho imparato le tec­niche per far apparire e scomparire gli oggetti, ma ciò che conta di più è la disponibilità d'animo, lo slancio sincero che metto nei miei spettacoli.


Prima mago o prima sacerdote?
Io ho scelto di fare il mago (una passione nata da piccolo partendo da una scatola di trucchi), ma è la vocazione che ha scelto me. È stata una chiamata improvvisa. Frequentavo la scuola dai salesiani, studiare non mi piaceva, avevo collezionato varie bocciature. Poi ho sentito un prete operaio che parlava, un prete diverso da­gli altri, che viveva a contatto con la gente. Ho scritto di getto una lettera ai miei genitori: "Mi farò prete". Pensavo di partire missionario, e invece sono finito tra scuole e oratori.


Però in missione alla fine c'è andato con la valigia del mago...
Dal 1993, anno del mio primo viaggio all'este­ro, ho visitato decine di Paesi, portando il sorri­so ai bambini di Nigeria, Kenya, Madagascar, Somalia, Uganda, Bolivia, Filippine, India, Viet­nam... Prossime tappe il Sudan e poi Haiti. Con la mia Fondazione abbiamo raccolto 200.000 eu­ro. Ricostruiremo una scuola salesiana di arti e mestieri che dava formazione a 22.000 ragazzi.


Ma i bambini del mondo ridono tutti allo stesso modo?
Il teatro e la musica sono linguaggi dell'anima che arrivano ovunque. La magia si basa soprat­tutto sui gesti: quello che faccio è suscitare lo stupore, la gioia, e invitare poi a riflettere sulla meraviglia che è la vita. La vita è un dono, una scoperta, e ogni giorno è un giorno nuovo tutto da scoprire.

 

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