BRACHETTI AMBASCIATORE DEL TARTUFO
Martedì 23 ottobre 2012
Brachetti ambasciatore del tartufo
Il celebre trasformista ha ricevuto il titolo nell'ambito della presentazione del libro di Gazzetta sulla Fiera scritto da Giulio Parusso e Alberto Cirio
La sua mutevolezza, capacità di «cambiare pelle», maneggiare gli elementi del mondo in maniere diverse da quelle abituali lo rendono perfetta metafora dell'uomo odierno, individuo costretto sempre a re-inventarsi per tenere il passo di un universo in subbuglio, fatto di velocità e passaggi di ruolo. Arturo Brachetti - il trasformista di fama internazionale, nato nel torinese e iniziato alla "vocazione" dal Mago Sales, presente ad Alba il 19 ottobre - ha calcato il palco del teatro Giorgio Busca. L'aria umoristica e illusionistica ha preso piede tra la platea in visibilio, facendo del teatro una parentesi onirica, una specie di rifugio in cui praticare magie è ancora possibile. L'occasione era la presentazione del libro scritto da Giulio Parusso (con appendice di Alberto Cirio), il volume che racchiude più di ottant'anni di storia della Fiera, edito da Gazzetta d'Alba in occasione dei suoi centotrent'anni.
Il 19 ottobre, al Sociale, tirava un'aria diversa pure tra i relatori che hanno anticipato l'arrivo di Brachetti. Con atteggiamenti insoliti, ognuno sembrava essere chi non era, a ruoli invertiti o copioni ribaltati, nelle parole e nell'intonazione: il giornalista di Famiglia Cristiana Francesco Anfossi vestiva i panni del presentatore con agio e scioltezza. E mentre il direttore di Gazzetta d Alba Antonio Rizzolo scherzava sulla (s)comodità delle sedie del Teatro, il direttore generale dell'Apostolato San Paolo Giusto Truglia dichiarava, discutendo della storia del giornale e della sua casa editrice: «Non è la San Paolo che ha fatto nascere Gazzetta d'Alba, ma Gazzetta d'Alba che ha fatto nascere la San Paolo».
E anche Giulio Parusso, autore del libro e direttore del centro studi Fenoglio, ha raccontato storie, in cui la serietà si confondeva alla satira: «Quando Andreotti venne ad Alba per la Fiera era appena stato a Valenza. Il politico di lungo corso aveva preparato due diversi discorsi ma li invertì: a Valenza parlò del tartufo, ad Alba dell'oro». Parusso ha aggiunto, senza badare a cerimonie: «La Fiera, dalla sua prima versione, ha sempre visto i sindaci chiedere favori ai grandi politici e i grandi politici fare promesse puntualmente dimenticate non appena giravano l'angolo della piazza».
Pure Maurizio Marello, sindaco di Alba, ha smentito la tradizione di utilizzare il tartufo come passe partout politico per spalancare porte. Ha detto, sconsolato, il primo Cittadino: «Se oggi andassi a Roma con un tartufo, quelli se lo terrebbero e tanti saluti. Altro che diplomazia!».
E, infine, Alberto Cirio, assessore al turismo del Piemonte, ha vestito i panni dell'umorista. Numerosi e sapidi i racconti aneddotici sulla sua esperienza di promotore del tartufo nel mondo (in parte raccolti nel libro), insieme al direttore dell'Ente turismo Mauro Carbone e a molti altri: come quando il cane da trifole venne "fermato" all'aeroporto di Hong Kong e durante la dimostrazione di cerca del tartufo di fronte alle autorità si dovette usare un cane antidroga della Polizia, addestrato il giorno prima inserendo pastiglie stupefacenti nei tartufi.
Il politico si trasforma in umorista, lo storico in tagliente politico, il giornalista in presentatore. Tutto prima dell'arrivo di Brachetti che, con una "ciambella" come cappello, è riuscito a interpretare 25 personaggi storici diversi, per poi creare una nuova magia, disegnando con la sabbia su un pannello luminoso, di fronte alla meravigliata platea, i volti dei cartoni animati del regista statunitense Tim Burton.
A fine serata, è stato consegnato a Brachetti il titolo di Ambasciatore del tartufo nel mondo. Applausi sinceri.
Gazzetta d'Alba ha festeggiato il suo compleanno in modo insolito, con una celebrazione che è però specchio della sua filosofia: trasformare, e così trasformarsi continuamente.
Matteo Viberti