UNA MAGIA PER HAITI
Domenica 15 luglio 2012
Una magia per Haiti
Don Silvio Mantelli, in arte Mago Sales, ha inaugurato una scuola primaria sull'isola, costruita grazie alle donazioni giunte alla fondazione che porta il suo nome.
Di MARCO ROSSI
Con una valigia, piena di magie e un libro di poesie, ha fatto più volte il giro del mondo: si è esibito nelle Ande boliviane e nelle favelas brasiliane, nei villaggi africani della Nigeria, del Kenya, del Madagascar, tra i ragazzi delle Filippine e di Shangai, tra i tanti chiriperos (piccoli lavoratori) di Santo Domingo e i troppi town boys (ragazzi di strada) di Bombay. Ha varcato i confini del mondo: nella foresta amazzonica, tra i ghiacci dell'Antartide, nei desolati deserti della Somalia, in Messico, al confine con gli Stati Uniti, nella terra di Tex Willer e dei narcotrafficanti.
Ha sofferto per le tragedie di guerre dimenticate tra i ragazzi del Nord Uganda o dei lavori "forzati" di migliaia di bambini cambogiani nelle fabbriche di mattoni di Battambong. Ha donato una bacchetta magica a Giovanni Paolo II e si è rallegrato per il sorriso di Madre Teresa e delle sue giovani suore nel cortiletto della Casa madre a Calcutta, dopo un suo spettacolo di magia.
Lui è don Silvio Mantelli, meglio conosciuto come Mago Sales e, con un simile curriculum di viaggi nelle mappe della miseria e della sopportazione, tra i piccoli "invisibili" della terra, non poteva mancare di recarsi anche ad Haiti, per regalare un sorriso ai tanti bambini delle tendopoli, lì ancora ammassati dopo il tremendo terremoto di gennaio 2010. La situazione di Haiti, a più di due anni dal disastro, è diventata ancora peggiore. Difficile avere speranze in un mare di derelitti accampati alla rinfusa senza cibo e senza igiene. Fra sporcizia e colera.
Coloro che governano, eletti dai pochi iscritti all'anagrafe, non riescono a far ripartire la ricostruzione (ora è la volta di un cantante che promette mari e monti, ma per ora ha organizzato solo alcuni concerti e feste di ringraziamento). A parole tutti promettono, ma poi non sono capaci di fare qualcosa di concreto: manca la capacità di creare infrastrutture. Molti dei soldi inviati ad Haiti sono stati accaparrati dai soliti noti. I soldati stranieri fanno il servizio di ordine pubblico come tanti vigili urbani e nulla più.
Solo le associazioni dei volontari di tutto il mondo e in primis i missionari - soprattutto quelli cattolici e fra loro i padri salesiani - si stanno spendendo per dare un aiuto concreto a questa gente che ha perso tutto sotto le macerie. Però ci sono anche dei segni di speranza: quando si vedono mamme che si preoccupano dei propri bambini, mandandoli ogni giorno a scuola o stando loro vicine, nei pochi ospedali della zona; quando si vedono persone che curano gli ammalati sotto le tende logore, allora si vede che la gente ha voglia di ricostruire la propria terra e la propria vita e non sta ferma ad aspettare.
Infatti, per chi si inoltra nelle strade di Port au-Prince, in particolare tra gli stretti cammini di Cité soleil, il quartiere più povero della città, si ha l'impressione di entrare nella corrente ora discreta ora vorticosa di un fiume in piena.
Centinaia di persone, non avendo più casa, si muovono in continuazione lungo i bordi delle strette vie in opposte direzioni con canestri nelle mani e borse sulla testa, tra il brulicare di venditori abusivi e compratori di ogni genere di usato. Sì ha anche la sensazione di essere parte di un grande presepio animato, dove sono rappresentati tutti i mestieri, dal pescivendolo al barbiere, dalla lavandaia alla venditrice di frutta, dagli anziani che giocano a carte ai bambini che si rincorrono veloci.
Manca solo la capanna, ma anche quella è crollata con il terremoto e quindi il bambino Gesù, ora, nasce ogni giorno nell'animo e nella forza di questi poveri della terra, invisibili, perché per il mondo non hanno neppure un nome (costava troppo iscriversi all'anagrafe), ma per i quali noi "brava gente" non possiamo e non dobbiamo dichiararci leviti o sacerdoti, ma samaritani.
Per questa gente, soprattutto per i più piccoli indifesi, ricchezza della terra e tesoro del cielo, don Silvio è andato ad Haiti per inaugurare una scuola primaria, appena costruita con le offerte raccolte da tanti benefattori italiani che, da anni, hanno riposto la loro fiducia nella Fondazione Mago Sales, ben sapendo che il frutto della loro piccola o grande generosità va sempre a buon fine.
Così, lunedì 11 giugno, il giorno prima degli esami scolastici, don Silvio ha tagliato il nastro per l'inaugurazione ufficiale della nuova scuola primaria a Cap-Haitien, che ospiterà più di 900 giovani allievi, tutti presenti all'alzabandiera del mattino e allo spettacolo che il Mago Sales ha regalato tra la meraviglia dei piccoli e la sorpresa dei grandi, ora convinti che anche un prete può fare magie senza essere Belzebù.
Il gioco continua. Prossima scuola a Juba nel Sud Sudan, progetto iniziato a maggio 2012 al Colle Don Bosco (Asti), in occasione del 16o raduno di prestigiatori e giocolieri. Le sottoscrizioni sono aperte. Chi lo desidera può contribuire mediante il conto corrente postale 42520288, intestato a Fondazione Mago Sales Onlus o attraverso il sito www.sales.it.
Mago Sales vi dice grazie e, con lui, i bambini del Pakistan, dell'India, della Somalia, del Vietnam, della Nigeria, delle Isole Salomone e ora anche di Haiti, con cui avete barattato un sorriso per un pezzo di paradiso.